giovedì 24 maggio 2012

La lotta ai diritti civili

Fino a metà degli anni '60 in molti stati degli USA erano in vigore leggi che discriminavano duramente i neri, negando loro i più elementari diritti civili.
La lotta dei neri d'America per l'emancipazione, per l'affermazione dalla propria dignità e delle proprie origini fu uno dei grandi episodi della storia degli anni Sessanta.
La prima persona ad opporsi a queste discriminazioni fu Rosa Parks.
Il primo dicembre 1955, quando Rosa Parks non obbedì all’ordine dell’autista dell’autobus di lasciare il suo posto a un bianco, divenne “la madre dei diritti civili”, e cambiò il mondo.
Con un semplice gesto riuscì a svegliare i sentimenti di ribellione della comunità afro-americana, che organizzò proteste in tutte le città statunitensi in cui erano state emanate norme che ne impedivano l’integrazione e favorivano i bianchi.
Nonostante quasi un secolo prima il presidente statunitense Abramo Lincoln avesse combattuto e vinto la guerra di secessione contro gli Stati del sud che non volevano abbandonare la schiavitù, il razzismo dell’oligarchia bianca continuava ad avere pesanti effetti sulla vita quotidiana degli afro-americani.
In Alabama, così come in altri stati, vigevano ancora le leggi di Jim Crow, che servivano a creare e mantenere la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di “separati ma uguali” per i neri americani e per i membri di altri gruppi razziali diversi dai bianchi.
Rosa Louise MaCauly ,sposata con Raymond Parks, attivo nel movimento dei diritti civili, era una sarta di un grande magazzino di Montgomery, città in cui viveva, ma era anche la segretaria della sezione locale della National association for the advancement of colored people e frequentatrice di un centro educativo per i diritti dei lavoratori e per l’uguaglianza razziale, la Highlander Folk School.
Quel giorno di 56 anni fa, di ritorno da una pesante giornata di lavoro, Rosa Parks salì come di consueto sull’autobus che l’avrebbe riportata a casa.
Ma, in preda alla stanchezza, decise di compiere un gesto inusuale per lei che era una nera: si sedette in una delle file di mezzo del bus, anziché nella parte dietro, riservata esclusivamente alle persone di colore.
Dopo diverse fermate l’autobus si riempì, e il conducente, notando un bianco in piedi, pretese che lei si alzasse per cedergli il posto.
In quel momento Rosa decidette di ribellarsi, rifiutò di alzarsi semplicemente perché il colore della sua pelle ‘non era compatibile’ con quella sedia, e per questo venne arrestata e incarcerata, ma grazie a questa azione le cose cambiarono davvero: il gesto di Rosa Parks diede il via a una lunga battaglia non violenta contro l’ingiustizia e la segregazione razziale.
La stessa notte una cinquantina di leader della comunità afro-americana locale, guidati da quello che poi sarebbe diventato il padre dell’attivismo antirazzista mondiale, Martin Luther King, decisero di boicottare i mezzi pubblici di Montgomery come atto di protesta contro le autorità e contro la legge che legalizzava la segregazione.
Per ben 381 giorni decine di pullman rimasero fermi, mentre le rivolte si diffondevano in tutti gli Usa.
Fu solo nel 1956, dopo la sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti che ne decretò l’inconstituzionalità, la legge in vigore in Alabama venne abrogata.
La figura di Rosa Parks, la donna che “rimanendo a sedere si alzò per i diritti di tutti e per la dignità dell’America”, come affermò nel 1999 Bill Clinton consegnandole un’onorificenza, da allora è diventata il simbolo indiscusso dei movimenti per i diritti civili, perché fino alla sua morte la donna non ha mai smesso di lottare, insieme a moltissime altre donne e uomini, per il loro riconoscimento.
Dopo questa storia ricevette numerose minacce di morte e allora si trasferì in Michigan, prima come sarta e poi diventò la segretaria di John Conyers.
Martin Luther King
Martin Luther King
Martin Luther King nacque il 15 gennaio 1929, ad Atlanta, in Georgia con il nome di Michael King. I suoi genitori erano il reverendo Michael Luther King e Alberta Williams, figlia del pastore della chiesa battista di Ebenezer, Adam Daniel Williams.
Il padre viaggiò in Europa nel 1934, e partecipò ad una conferenza mondiale a Berlino, Germania. Durante quei giorni rimase affascinato dalla figura di Martin Lutero decidendo di cambiare il suo nome e quello del figlio in Martin Luther, che veniva chiamato M. L. o Little Mike.
Il 2 marzo del 1955 a Montgomery alcuni bianchi salirono su un autobus; non essendoci posti liberi, l'autista pretese che quattro donne nere, che si erano sedute nei posti di mezzo, si alzassero lasciando il loro posto a quei ragazzi bianchi: due ubbidirono mentre altre due no.
Accorsa la polizia a dirimere la questione, Claudette Colvin, una studentessa quindicenne, reclamò i propri diritti dacché seduta prima ma venne fatta scendere e arrestata.
Il caso viene messo al vaglio di una commissione della comunità afroamericana in cui sedeva anche King, il quale, assieme agli attivisti Edgar Nixon e Clifford Durr, decise di non prendere iniziative per il momento.
Il 1º dicembre 1955 Rosa Parks per essersi rifiutata di lasciare il suo posto, ancora uno di quelli di mezzo, messi a disposizione di tutti, per far sedere un uomo bianco, venne arrestata e accusata di aver violato le leggi sulla segregazione. La donna apparteneva al NAACP; avvertì così Edgar Nixon che ne firmò la garanzia.
In un primo momento la notizia del sopruso scatenò una reazione violenta da parte della comunità nera di Montgomery, e la polizia reagì agli incendi degli autobus e alle vetrine fracassate sparando.
Nixon avvertì King dell'accaduto e dopo un incontro nella sua chiesa dove parteciparono più di quaranta leader della comunità afroamericana, su proposta di L. Roy Bennett, presidente della Interdenominational Alliance attuando un sistema di protesta non violento, basato sul boicottaggio, si decise che il giorno 5 dicembre 1955 nessun nero dovesse utilizzare gli autobus.
Il giorno stesso si ebbe la sentenza: Parks venne condannata a pagare una multa pari a 10 dollari a cui si aggiunsero le spese per il processo. La sera si tenne una riunione di massa nella chiesa battista di Holt Street dove si formò il MIA Montgomery Improvement Association (Associazione per il miglioramento di Montgomery), di cui Martin venne eletto presidente. Il boicottaggio dei mezzi pubblici assunse proporzioni sempre più vaste man mano la notizia si diffondeva: la comunità afroamericana si spostava come poteva, a piedi o con l'aiuto di tassisti afroamericani, che avevano abbassato le loro tariffe sino a quella degli autobus e liberi cittadini che si prestavano volentieri alla protesta. In un incontro dell' 8 dicembre con la commissione municipale, Clyde Sellers ricordò l'esistenza di una legge che stabiliva una tariffa minima per la corse dei tassì, 45 centesimi contro i 10 richiesti a cui nei giorni seguenti i tassisti furono obbligati a rispettare.
King dopo essersi consultato con Theodore Jemison che aveva vissuto un'esperienza simile, espose in un'assemblea i fatti ricevendo offerte di autisti disposti a trasportare le persone: le auto a disposizione furono circa trecento, e si organizzarono luoghi di raccolta.
Ci furono delle trattative in municipio dove King voleva presentare tre punti su cui discutere, fra cui la richiesta di rispettarre l'ordine in cui si saliva sui mezzi pubblici, ma venne obiettato dal legale Jack Crenshaw che la loro proposta violava l'ordinanza municipale e non si concluse nulla.
Si diffuse un finto accordo tenutosi il 22 gennaio con persone non aderenti al MIA ma si riuscì a smentire l'accaduto in tempo, continuando l'azione di disturbo, mentre il sindaco annunciò in televisione che si doveva combattere il boicottaggio.
Il 26 gennaio 1956 King si trovava alla guida della propria auto e decise di raccogliere alcune persone con cui condivise il viaggio; notando di essere seguito da un poliziotto cercò di rispettare il codice stradale, ma venne fermato, e con il pretesto di eccesso di velocità arrestato e incarcerato. Condotto al carcere municipale di Montgomery gli vennero prese le impronte digitali. Si formò una folla davanti al carcere e alla fine venne rilasciato, lui stesso firmò l'impegno alla cauzione.
Intanto la rabbia della comunità bianca montò sempre di più, fino a sfociare nella violenza, ogni giorno la famiglia King riceveva lettere minatorie, anche decine di esse, il 30 gennaio intorno alle 21 e 30 venne scagliata una bomba nella casa di King.
Al ritorno, notando la molta gente armata radunatasi e la tensione che si respirava, il pastore tenne un discorso con cui placò gli animi e Coretta disse al padre, che era venuto a prenderla, che non poteva lasciare il marito in questo momento.
La notizia della protesta cominciò a riscuotere consensi anche fuori dall'Alabama, e il movimento afroamericano ricevette fondi e sostegno morale anche da paesi lontani come il Giappone e la Svizzera.
La decisione della Corte Suprema
Il 13 febbraio 1956 il gran giurì della contea di Montgomery dovette decidere sulla legalità del boicottaggio, le 18 persone che costituivano la giuria trovarono un accordo il 21 febbraio osservando una vecchia legge del 1921 sull'anti-boicottaggio, giudicando quindi l'agire illegale, cento persone vennero rinviate a processo. King in quel momento si trovava a Nashville, stava dando lezioni all'università di Fisk, contro il parere del padre decise di ritornare a Montgomery, venne nuovamente arrestato, la cauzione venne pagata e King tornò a casa.
Il 22 marzo il giudice Eugene Carter fissò la multa da pagare in 500 dollari a cui si aggiungevano le spese processuali, l'alternativa erano 386 giorni di lavori forzati.
Le compagnie di assicurazione statunitensi decisero che dal 15 settembre avrebbero annullato tutte le polizze delle auto di cui si servivano per il trasporto passeggeri, per ovviare al problema si chiese e si ottenne l'intervento della Llyods, la compagnia assicurativa inglese.
La campagna si concluse dopo un lungo strascico nei tribunali: il 19 giugno 1956, la Corte Distrettuale degli Stati Uniti stabilì che la segregazione forzata di passeggeri neri e bianchi sugli autobus operanti a Montgomery violava la Costituzione Americana.
Anche il servizio delle auto dovette riguardarsi da una citazione in giudizio, si chiese al tribunale federale di intervenire, ma senza successo, il 13 novembre era prevista l'udienza.
Lo stesso 13 novembre 1956, la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò fuorilegge (con approvazione unanime) la segregazione razziale sui mezzi di trasporto pubblici in quanto incostituzionale, mentre venne sentenziata la sospensione del servizio automobilistico, ormai inutile. Le proteste cessarono ma si continuò a non usufruire del servizio dei mezzi pubblici.
L'ordinanza abolitiva giunse a Montgomery il 20 dicembre 1956, ed il boicottaggio dei bus terminò il giorno successivo, dopo 382 giorni.
La decisione dei tribunali, accolta con entusiasmo dalla comunità nera, provocò rabbia e sgomento in parte degli attivisti bianchi più estremisti, tanto che si verificano molte violenze, tra le quali i lanci di bombe nella chiesa e nella casa dell'amico di Luther King Ralph Abernathy
Leader per i diritti civili
King, assieme a Ralph Abernathy ad altri attivisti per i diritti civili della comunità afroamericana, fondarono il congresso dei leader cristiani degli stati del Sud Southern Christian Leadership Conference (SCLC).
L'obiettivo di questa associazione era di organizzare in modo chiaro e dare un'autorità di riferimento al movimento per i diritti. La SCLC riesce così a riunire e dare una forma precisa al movimento dei vari gruppi di neri che in precedenza avevano come unico riferimento le singole parrocchie della città. Intanto gli attentati continuarono fino al 31 gennaio, quando sette persone bianche vennero arrestate in relazione agli eventi accaduti.
Il 14 febbraio 1957 a New Orleans King venne eletto capo del SCLC che guiderà fino al suo assassinio.
Le prime campagne di King erano incentrate sull'abolizione di quel sistema di norme segregazioniste vigenti in particolare negli stati del Sud degli USA.
L'assassinio
Martin Luther King giunse a Memphis il 3 aprile, dopo che il suo volo era stato ritardato per un allarme bomba. Dopo la marcia finita con la morte del ragazzo rientra al Motel.
Nella sua stanza, assieme ai suoi collaboratori cerca di organizzare un nuovo corteo per uno dei giorni successivi.
Doveva cenare a casa del reverendo Samuel B. Kyles, alle 17:30 giunse al motel chiedendo al pastore di seguirlo.
Alle sei del pomeriggio King uscì sul balcone del secondo piano del motel, dove venne colpito da un colpo di fucile di precisione alla testa. Morì così il 4 aprile 1968.
Unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore dalla faccia nera” si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico. Ha predicato l'ottimismo creativo dell'amore e della resistenza non violenta, come la più sicura alternativa sia alla rassegnazione passiva che alla reazione violenta preferita da altri gruppi di colore, come ad esempio, i seguaci di Malcolm X.
La lotta ai diritti civili
 

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