giovedì 24 maggio 2012

I have a dream (Io ho un sogno)

I Have a Dream (Io Ho un Sogno)
 
Questo splendido discorso fu pronunciato a Washington davanti al Lincoln Memorial al termine di una marcia di protesta per i diritti civili.
 
Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.
Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.
Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un “pagherò” del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo “pagherò” permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.
E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo “pagherò” per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: “fondi insufficienti”. Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.
Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.
Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.
Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.
Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.
Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.
Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.
E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: “Quando vi riterrete soddisfatti?” Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.
Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.
Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono:”Riservato ai bianchi”. Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.
Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.
Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.
E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.
Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.
Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.
Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.
Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.
Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.
Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.
Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.
Ma non soltanto.
Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.
Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.
Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.
E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: “Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente”
 
Martin Luther King

La lotta ai diritti civili

Fino a metà degli anni '60 in molti stati degli USA erano in vigore leggi che discriminavano duramente i neri, negando loro i più elementari diritti civili.
La lotta dei neri d'America per l'emancipazione, per l'affermazione dalla propria dignità e delle proprie origini fu uno dei grandi episodi della storia degli anni Sessanta.
La prima persona ad opporsi a queste discriminazioni fu Rosa Parks.
Il primo dicembre 1955, quando Rosa Parks non obbedì all’ordine dell’autista dell’autobus di lasciare il suo posto a un bianco, divenne “la madre dei diritti civili”, e cambiò il mondo.
Con un semplice gesto riuscì a svegliare i sentimenti di ribellione della comunità afro-americana, che organizzò proteste in tutte le città statunitensi in cui erano state emanate norme che ne impedivano l’integrazione e favorivano i bianchi.
Nonostante quasi un secolo prima il presidente statunitense Abramo Lincoln avesse combattuto e vinto la guerra di secessione contro gli Stati del sud che non volevano abbandonare la schiavitù, il razzismo dell’oligarchia bianca continuava ad avere pesanti effetti sulla vita quotidiana degli afro-americani.
In Alabama, così come in altri stati, vigevano ancora le leggi di Jim Crow, che servivano a creare e mantenere la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di “separati ma uguali” per i neri americani e per i membri di altri gruppi razziali diversi dai bianchi.
Rosa Louise MaCauly ,sposata con Raymond Parks, attivo nel movimento dei diritti civili, era una sarta di un grande magazzino di Montgomery, città in cui viveva, ma era anche la segretaria della sezione locale della National association for the advancement of colored people e frequentatrice di un centro educativo per i diritti dei lavoratori e per l’uguaglianza razziale, la Highlander Folk School.
Quel giorno di 56 anni fa, di ritorno da una pesante giornata di lavoro, Rosa Parks salì come di consueto sull’autobus che l’avrebbe riportata a casa.
Ma, in preda alla stanchezza, decise di compiere un gesto inusuale per lei che era una nera: si sedette in una delle file di mezzo del bus, anziché nella parte dietro, riservata esclusivamente alle persone di colore.
Dopo diverse fermate l’autobus si riempì, e il conducente, notando un bianco in piedi, pretese che lei si alzasse per cedergli il posto.
In quel momento Rosa decidette di ribellarsi, rifiutò di alzarsi semplicemente perché il colore della sua pelle ‘non era compatibile’ con quella sedia, e per questo venne arrestata e incarcerata, ma grazie a questa azione le cose cambiarono davvero: il gesto di Rosa Parks diede il via a una lunga battaglia non violenta contro l’ingiustizia e la segregazione razziale.
La stessa notte una cinquantina di leader della comunità afro-americana locale, guidati da quello che poi sarebbe diventato il padre dell’attivismo antirazzista mondiale, Martin Luther King, decisero di boicottare i mezzi pubblici di Montgomery come atto di protesta contro le autorità e contro la legge che legalizzava la segregazione.
Per ben 381 giorni decine di pullman rimasero fermi, mentre le rivolte si diffondevano in tutti gli Usa.
Fu solo nel 1956, dopo la sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti che ne decretò l’inconstituzionalità, la legge in vigore in Alabama venne abrogata.
La figura di Rosa Parks, la donna che “rimanendo a sedere si alzò per i diritti di tutti e per la dignità dell’America”, come affermò nel 1999 Bill Clinton consegnandole un’onorificenza, da allora è diventata il simbolo indiscusso dei movimenti per i diritti civili, perché fino alla sua morte la donna non ha mai smesso di lottare, insieme a moltissime altre donne e uomini, per il loro riconoscimento.
Dopo questa storia ricevette numerose minacce di morte e allora si trasferì in Michigan, prima come sarta e poi diventò la segretaria di John Conyers.
Martin Luther King
Martin Luther King
Martin Luther King nacque il 15 gennaio 1929, ad Atlanta, in Georgia con il nome di Michael King. I suoi genitori erano il reverendo Michael Luther King e Alberta Williams, figlia del pastore della chiesa battista di Ebenezer, Adam Daniel Williams.
Il padre viaggiò in Europa nel 1934, e partecipò ad una conferenza mondiale a Berlino, Germania. Durante quei giorni rimase affascinato dalla figura di Martin Lutero decidendo di cambiare il suo nome e quello del figlio in Martin Luther, che veniva chiamato M. L. o Little Mike.
Il 2 marzo del 1955 a Montgomery alcuni bianchi salirono su un autobus; non essendoci posti liberi, l'autista pretese che quattro donne nere, che si erano sedute nei posti di mezzo, si alzassero lasciando il loro posto a quei ragazzi bianchi: due ubbidirono mentre altre due no.
Accorsa la polizia a dirimere la questione, Claudette Colvin, una studentessa quindicenne, reclamò i propri diritti dacché seduta prima ma venne fatta scendere e arrestata.
Il caso viene messo al vaglio di una commissione della comunità afroamericana in cui sedeva anche King, il quale, assieme agli attivisti Edgar Nixon e Clifford Durr, decise di non prendere iniziative per il momento.
Il 1º dicembre 1955 Rosa Parks per essersi rifiutata di lasciare il suo posto, ancora uno di quelli di mezzo, messi a disposizione di tutti, per far sedere un uomo bianco, venne arrestata e accusata di aver violato le leggi sulla segregazione. La donna apparteneva al NAACP; avvertì così Edgar Nixon che ne firmò la garanzia.
In un primo momento la notizia del sopruso scatenò una reazione violenta da parte della comunità nera di Montgomery, e la polizia reagì agli incendi degli autobus e alle vetrine fracassate sparando.
Nixon avvertì King dell'accaduto e dopo un incontro nella sua chiesa dove parteciparono più di quaranta leader della comunità afroamericana, su proposta di L. Roy Bennett, presidente della Interdenominational Alliance attuando un sistema di protesta non violento, basato sul boicottaggio, si decise che il giorno 5 dicembre 1955 nessun nero dovesse utilizzare gli autobus.
Il giorno stesso si ebbe la sentenza: Parks venne condannata a pagare una multa pari a 10 dollari a cui si aggiunsero le spese per il processo. La sera si tenne una riunione di massa nella chiesa battista di Holt Street dove si formò il MIA Montgomery Improvement Association (Associazione per il miglioramento di Montgomery), di cui Martin venne eletto presidente. Il boicottaggio dei mezzi pubblici assunse proporzioni sempre più vaste man mano la notizia si diffondeva: la comunità afroamericana si spostava come poteva, a piedi o con l'aiuto di tassisti afroamericani, che avevano abbassato le loro tariffe sino a quella degli autobus e liberi cittadini che si prestavano volentieri alla protesta. In un incontro dell' 8 dicembre con la commissione municipale, Clyde Sellers ricordò l'esistenza di una legge che stabiliva una tariffa minima per la corse dei tassì, 45 centesimi contro i 10 richiesti a cui nei giorni seguenti i tassisti furono obbligati a rispettare.
King dopo essersi consultato con Theodore Jemison che aveva vissuto un'esperienza simile, espose in un'assemblea i fatti ricevendo offerte di autisti disposti a trasportare le persone: le auto a disposizione furono circa trecento, e si organizzarono luoghi di raccolta.
Ci furono delle trattative in municipio dove King voleva presentare tre punti su cui discutere, fra cui la richiesta di rispettarre l'ordine in cui si saliva sui mezzi pubblici, ma venne obiettato dal legale Jack Crenshaw che la loro proposta violava l'ordinanza municipale e non si concluse nulla.
Si diffuse un finto accordo tenutosi il 22 gennaio con persone non aderenti al MIA ma si riuscì a smentire l'accaduto in tempo, continuando l'azione di disturbo, mentre il sindaco annunciò in televisione che si doveva combattere il boicottaggio.
Il 26 gennaio 1956 King si trovava alla guida della propria auto e decise di raccogliere alcune persone con cui condivise il viaggio; notando di essere seguito da un poliziotto cercò di rispettare il codice stradale, ma venne fermato, e con il pretesto di eccesso di velocità arrestato e incarcerato. Condotto al carcere municipale di Montgomery gli vennero prese le impronte digitali. Si formò una folla davanti al carcere e alla fine venne rilasciato, lui stesso firmò l'impegno alla cauzione.
Intanto la rabbia della comunità bianca montò sempre di più, fino a sfociare nella violenza, ogni giorno la famiglia King riceveva lettere minatorie, anche decine di esse, il 30 gennaio intorno alle 21 e 30 venne scagliata una bomba nella casa di King.
Al ritorno, notando la molta gente armata radunatasi e la tensione che si respirava, il pastore tenne un discorso con cui placò gli animi e Coretta disse al padre, che era venuto a prenderla, che non poteva lasciare il marito in questo momento.
La notizia della protesta cominciò a riscuotere consensi anche fuori dall'Alabama, e il movimento afroamericano ricevette fondi e sostegno morale anche da paesi lontani come il Giappone e la Svizzera.
La decisione della Corte Suprema
Il 13 febbraio 1956 il gran giurì della contea di Montgomery dovette decidere sulla legalità del boicottaggio, le 18 persone che costituivano la giuria trovarono un accordo il 21 febbraio osservando una vecchia legge del 1921 sull'anti-boicottaggio, giudicando quindi l'agire illegale, cento persone vennero rinviate a processo. King in quel momento si trovava a Nashville, stava dando lezioni all'università di Fisk, contro il parere del padre decise di ritornare a Montgomery, venne nuovamente arrestato, la cauzione venne pagata e King tornò a casa.
Il 22 marzo il giudice Eugene Carter fissò la multa da pagare in 500 dollari a cui si aggiungevano le spese processuali, l'alternativa erano 386 giorni di lavori forzati.
Le compagnie di assicurazione statunitensi decisero che dal 15 settembre avrebbero annullato tutte le polizze delle auto di cui si servivano per il trasporto passeggeri, per ovviare al problema si chiese e si ottenne l'intervento della Llyods, la compagnia assicurativa inglese.
La campagna si concluse dopo un lungo strascico nei tribunali: il 19 giugno 1956, la Corte Distrettuale degli Stati Uniti stabilì che la segregazione forzata di passeggeri neri e bianchi sugli autobus operanti a Montgomery violava la Costituzione Americana.
Anche il servizio delle auto dovette riguardarsi da una citazione in giudizio, si chiese al tribunale federale di intervenire, ma senza successo, il 13 novembre era prevista l'udienza.
Lo stesso 13 novembre 1956, la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò fuorilegge (con approvazione unanime) la segregazione razziale sui mezzi di trasporto pubblici in quanto incostituzionale, mentre venne sentenziata la sospensione del servizio automobilistico, ormai inutile. Le proteste cessarono ma si continuò a non usufruire del servizio dei mezzi pubblici.
L'ordinanza abolitiva giunse a Montgomery il 20 dicembre 1956, ed il boicottaggio dei bus terminò il giorno successivo, dopo 382 giorni.
La decisione dei tribunali, accolta con entusiasmo dalla comunità nera, provocò rabbia e sgomento in parte degli attivisti bianchi più estremisti, tanto che si verificano molte violenze, tra le quali i lanci di bombe nella chiesa e nella casa dell'amico di Luther King Ralph Abernathy
Leader per i diritti civili
King, assieme a Ralph Abernathy ad altri attivisti per i diritti civili della comunità afroamericana, fondarono il congresso dei leader cristiani degli stati del Sud Southern Christian Leadership Conference (SCLC).
L'obiettivo di questa associazione era di organizzare in modo chiaro e dare un'autorità di riferimento al movimento per i diritti. La SCLC riesce così a riunire e dare una forma precisa al movimento dei vari gruppi di neri che in precedenza avevano come unico riferimento le singole parrocchie della città. Intanto gli attentati continuarono fino al 31 gennaio, quando sette persone bianche vennero arrestate in relazione agli eventi accaduti.
Il 14 febbraio 1957 a New Orleans King venne eletto capo del SCLC che guiderà fino al suo assassinio.
Le prime campagne di King erano incentrate sull'abolizione di quel sistema di norme segregazioniste vigenti in particolare negli stati del Sud degli USA.
L'assassinio
Martin Luther King giunse a Memphis il 3 aprile, dopo che il suo volo era stato ritardato per un allarme bomba. Dopo la marcia finita con la morte del ragazzo rientra al Motel.
Nella sua stanza, assieme ai suoi collaboratori cerca di organizzare un nuovo corteo per uno dei giorni successivi.
Doveva cenare a casa del reverendo Samuel B. Kyles, alle 17:30 giunse al motel chiedendo al pastore di seguirlo.
Alle sei del pomeriggio King uscì sul balcone del secondo piano del motel, dove venne colpito da un colpo di fucile di precisione alla testa. Morì così il 4 aprile 1968.
Unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore dalla faccia nera” si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico. Ha predicato l'ottimismo creativo dell'amore e della resistenza non violenta, come la più sicura alternativa sia alla rassegnazione passiva che alla reazione violenta preferita da altri gruppi di colore, come ad esempio, i seguaci di Malcolm X.
La lotta ai diritti civili
 

Il ku klux klan

Ku Klux Klan
 
Il primo Ku Klux Klan
Il Klan nacque come organizzazione legata al Protestantesimo. Dai primi del 1900 fino agli anni quaranta, centinaia di migliaia di WASP (White Anglo-Saxon Protestant - Bianchi Anglosassoni Protestanti), principalmente nel Sud degli USA videro l'appartenenza al Klan come parte della loro fede. Altri milioni riconobbero nelle tattiche del KKK comportamenti moralmente reprensibili ed estremi, nondimeno considerarono i membri come buoni cristiani e generalmente condivisero l'idea che i WASP dovessero continuare ad avere l'egemonia nella società americana.
Il Ku Klux Klan originale fu creato a Pulaski nel Tennessee negli USA, dopo la guerra di secessione statunitense, il 24 dicembre 1865 da reduci dell'esercito della Confederazione. Esso crebbe di importanza dopo una convention tenuta a Nashville nell'estate del 1867. Questa convention venne presieduta dal generale Nathan Bedford Forrest, a cui venne riconosciuto il titolo di "Grande Mago".
La confraternita aveva diversi obiettivi. Avrebbe cercato di aiutare le vedove e gli orfani di guerra dei Confederati ma si sarebbe opposta all'estensione del diritto di voto ai neri e ad altre azioni introdotte dal governo federale volte all'attenuazione della segregazione razziale.
Non appena il controllo degli stati ex-confederati venne lasciato dai federali, i bianchi ristabilirono il loro potere e con esso le leggi segregazioniste. Inoltre Forrest sciolse ufficialmente la confraternita nel 1869 perché riteneva che si fosse evoluta in una entità troppo lontana dai principi fondatori e troppo violenta e ostile.
Nel 1871 il presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant mise quella che lui riteneva la pietra tombale sul Klan firmando il The Klan Act and Enforcement Act.
Il Klan divenne a questo punto un gruppo terroristico illegale e fu autorizzato l'uso della forza per sopprimere le attività della confraternita. Questi sforzi furono coronati da successo tanto che il Klan fu eliminato nello stato della Carolina del Sud e decimato nel resto degli USA. Il documento di Grant fu dichiarato incostituzionale nel 1882 anche se oramai poco rimaneva a quel punto del Klan.
Il secondo Ku Klux Klan
Il secondo Ku Klux Klan, dalle caratteristiche moderne, fu creato durante la prima guerra mondiale, da William Joseph Simmons, nel 1915, quando molti bianchi poveri si convinsero che i loro problemi economici fossero causati da neri, banchieri ebrei e da altre minoranze, similmente a quanto accaduto successivamente per effetto della propaganda nazista nella Repubblica di Weimar e successivamente sotto la dittatura.
Questo Klan fu organizzato dai suoi dirigenti in maniera da ricavarne degli utili e, allo stesso tempo, vissuto come una confraternita. Differiva dal primo Klan per composizione politica, infatti il primo era essenzialmente formato da appartenenti al Partito Democratico e sudisti, mentre nel secondo confluirono sia membri del Partito Democratico che persone provenienti dai ranghi più bassi del Partito Repubblicano, inoltre ebbe una maggiore influenza da un capo all'altro degli Stati Uniti, con un maggiore ascendente sui politici di molti Stati. Esso collassò dopo uno scandalo che coinvolse David Stephenson, il Grande Dragone dell'Indiana e di quattordici altri stati, che fu condannato per il rapimento, lo stupro e assassinio di Madge Oberholtzer.
Il secondo Klan vide scemare la propria popolarità negli anni trenta.
Fu poi sciolto nel 1944 ed il nome Ku Klux Klan divenne così di pubblico dominio.
Negli anni venti e trenta una fazione del Klan chiamata Black Legion (Legione Nera) fu molto attiva nel Midwest degli USA.
Al posto delle classiche tuniche bianche, la Legione indossava uniformi nere, a ricordo dei pirati e delle camice nere fasciste. La Black Legion fu la fazione più violenta e sollecita e si fece notare per gli assassini di comunisti e socialisti.
Il secondo Ku Klux Klan crebbe mettendosi in grande evidenza e si estese dal Sud fino agli stati del Midwest e del Nord ed anche in Canada.
Il Ku Klux Klan attuale
Dopo la seconda guerra mondiale molte organizzazioni hanno utilizzato il nome del Ku Klux Klan per opporsi al Movimento per i diritti civili (Civil Rights Movement) negli anni sessanta. Sono questi i Klan ancora attivi, sebbene la società americana sia più aperta verso l'integrazione e i Klan siano molto più chiusi in loro stessi e frazionati.
Le fazioni più grandi sono: la Brotherhood of Klan Knights (Fratellanza dei Cavalieri del Klan), l‘Imperial Klan of America(Klan Imperiale d'America) e i Knights of the Ku Klux Klan (Cavalieri del Ku Klux Klan) guidati dal pastore Thom Robb.
Anche se oggi vengono generalmente considerate una frangia dell'estrema destra, le confraternite esistono solo come gruppi molto isolati e dispersi che contano probabilmente non più di qualche migliaio di membri.
L’influenza politica del Klan
Al suo picco molti dei membri risiedevano nel Midwest. Il KKK controllava i governi dell'Indiana, Oklahoma e Oregon oltre ai parlamentari democratici del Sud. Inoltre, rivendicava di aver reso possibile l'elezione del presidente Warren Harding alla Casa Bianca. Al massimo della sua espansione, negli anni venti, il Ku Klux Klan, superava il numero di 4.000.000 di membri e contava molti politici nelle sue file. Anche il trentatreesimo presidente, Harry Truman, democratico, fu sul punto di diventarne membro ma fu fermato dalle posizioni anti-cattoliche del Klan.
Nel Saskatchewan e nel Canada, il KKK riuscì a vincere le elezioni facendo eleggere il suo candidato James T.M. Anderson (conservatore), il quale rimase in carica dal 1929 al 1934 al posto dell'uscente James G. Gardiner (liberale).
Un altro ex membro del Klan che andò alla ribalta nazionale fu Hugo Black, il quale fu un rappresentante dei democratici alla Corte Suprema, che successivamente ripudiò il razzismo del Klan.
L'ex senatore dello stato della Louisiana, David Duke, fu il direttore statunitense dei Cavalieri del Ku Klux Klan fino al 1978.
Il senatore Robert Byrd (democratico) della Virginia Occidentale fu il reclutatore del Klan ed arrivò ad ottenere il grado di Kleagle e fece approvare diversi provvedimenti legislativi in supporto del Klan, anche dopo aver lasciato la confraternita e aver definito l'averne fatto parte “l’errore più grande”.
Egli fu oggetto di critiche nel passato per essersi adoperato politicamente per aiutare il razzismo, per aver "piratato" nel 1964 il Civil Rights Act e recentemente per aver usato il termine "negri bianchi" in un'intervista del 2001.
Organizzazione del Klan
La struttura interna del gruppo è una via di mezzo tra una forma paramilitare ed un governo politico - civile. Lo statuto dell'organizzazione è messa per iscritto in un volume detto "Kluran" (deformazione di Quran, Corano). Tutte le municipalità che vedono uomini del KKK ai vertici, costituiscono il cosiddetto "Invisibile Impero", il cui presidente si chiama "Imperatore", assistito da un collegio di quindici "Genii". Nei momenti di sua indisponibilità, le funzioni dello "Imperatore" vengono vicariate dal vicepresidente, detto "Califfo". L'invisibile impero si divide in vari "Regni" retti ognuno da un "Gran Dragone". Ogni "Regno" consta di un determinato numero di Province alla presidenza di ognuna delle quali si trova un "Gran Titano". ogni provincia si ripartisce in Cantoni su ognuno dei quali governa un "Eminente Ciclope". Infine, ogni Cantone si ripartisce in Caverne, ognuna delle quali è retta da un "Falco Notturno". Il "Falco Notturno" presiede un collegio composto da un "Kleagle" (una via di mezzo tra un commissario politico ed un organizzatore), un "Klabee" (tesoriere), un "Klingrapp" (segretario) un "Kludd" (cappellano custode delle regole e della dottrina), un "Klokard" (reclutatore, predicatore). Il collegio summenzionato presiede la comunità dei "Klansmen" (adepti, affiliati). Dal punto di vista paramilitare, invece, il KKK riconosce un comandante supremo chiamato "Mago Imperiale", cui riportano i "Kladd" (comandanti). Ogni Kladd ha alle proprie dipendenze un "Klarogo" (capo dei pretoriani, la guardia interna), un "Klexter" (una via di mezzo tra un capitano ed un maggiore dell'esercito: in pratica un capo della guardia esterna) ed un "Klokann" (il capo dei servizi segreti, o capo dei servizi investigativi): questo triumvirato comanda sugli "Knights" (cavalieri, ma - in realtà - questo è semplicemente un titolo onorifico, in quanto trattansi di soldati semplici).

La guerra di secessione

La guerra di secessione
Fra il 12 aprile 1861 al 26 maggio 1865 venne combattuta in america una guerra importantissima per la storia nera in America: la guerra di secessione.
Venne combattuta fra gli Stati Uniti d’America (USA) e gli Stati Confederati d’America.
Le ragioni della guerra sono questione di dibattito dall’inizio della guerra e gli scrittori e giornalisti complicarono solo la faccenda.
La maggior parte dei sudisti lottava per mantenere la schiavitù invece i nordisti lottavano per mantenere l’unione.
Per Abraham Lincoln il preservare l'Unione era l'obiettivo centrale della guerra, anche se vide sempre la schiavitù come una questione cruciale e ne fece un ulteriore obiettivo finale. La decisione di Lincoln di emettere la Proclamazione di Emancipazione fece arrabbiare sia i Democratici ("Copperheads") per la pace sia i Democratici per la guerra ma diede maggiore vigore ai Repubblicani.Dicendo che i neri liberi avrebbero inondato il nord, i democratici crebbero nelle elezioni del 1862, non ottenendo, tuttavia, il controllo del Congresso. La contro-argomentazioni dei Repubblicani guadagnarono però consenso e i Democratici furono sconfitti nelle elezioni del 1863 in Ohio quando provarono a resuscitare il sentimento anti-nero
La questione della schiavitù riguardava non solo il benessere degli schiavi (anche se gli abolizionisti avevano sollevato la questione) ma anche il fatto che la schiavitù risultava un male anacronistico incompatibile con i valori americani o con un sistema economico redditizio protetto dalla Costituzione. La strategia del movimento anti-schiavitù era quella di fermare l'espansione e portare così il fenomeno su un percorso di graduale estinzione.
Il movimento anti-schiavista negli Stati Uniti aveva le proprie radici nella Dichiarazione d'Indipendenza. La schiavitù venne vietata nei territori del nordovest con apposita ordinanza del 1787. Dal 1804 tutti gli Stati del Nord (cioè a nord della linea Mason-Dixon) avevano approvato leggi volti ad abolire gradualmente la schiavitù. Nel 1807 il Congresso abolì la tratta internazionale degli schiavi. La schiavitù cominciò a scomparire negli Stati confinanti e nei centri urbani ma si espandeva negli Stati del profondo sud che fondavano la propria economia sulla coltivazione del cotone.
Nonostante i compromessi raggiunti tra il 1820 e il 1850 la questione della schiavitù esplose negli anni successivi al 1850. Il nuovo partito Repubblicano irritato dagli interessei della schiavitù ne chiedeva la fine della sua espansione. L'idea repubblicana era che senza l'espansione, la schiavitù si sarebbe alla fine estinta (come era avvenuto in altre nazioni). Abramo Lincoln, per esempio, nel suo discorso del 1858 lanciò un appello per fermare l'ulteriore diffusione di esso.
La maggior parte della battaglia politica di quegli anni verté sulla espansione della schiavitù nei nuovi territori.
Sia il Nord che il Sud ritenevano che se la schiavitù non si fosse potuta espandere sarebbe avvizzita e morta.
La paura dei sudisti di perdere il controllo del governo federale in favore delle forze abolizioniste e il risentimento nordista per l'influenza che gli schiavisti esercitavano sullo stesso Governo caratterizzò la crisi della fine degli anni '50
Disaccordi tra abolizionisti ed altri gruppi circa gli aspetti morali della schiavitù, gli scopi della democrazia e i successi economici del free labor portarono il Whig Party e il Know-Nothing al collasso e contemporaneamente portò alla nascità di nuovi partiti (il Free Soil Party nel 1848, i Repubblicani nel 1854, i Constitutional Union nel 1860. Nel 1860 l'ultimo partito politico nazionale, il Partito Democratico si divise lungo linee settoriali.
La differenza economica fra nord e sud era altissima. Il nord era ormai un paese industrializzato e prossimo all’abolizione della schiavitù, invece il sud era ancora un paese basato sull’agricoltura.
Il sud e il nord avevano punti di forza differenti, ecco quelli del sud.
La società del Sud era assai più aristocratica e militarista di quella del Nord. Proprio a causa della minore industrializzazione, gran parte della popolazione di Dixieland era impegnata nell'agricoltura. I grandi proprietari ed i piccoli agricoltori erano abituati, già nella vita civile, ad utilizzare armi e a spostarsi a cavallo (ad esempio, per la caccia). Inoltre, le famiglie dei grandi piantatori (soprattutto della Virginia) erano sempre state uno dei maggiori bacini di reclutamento per gli ufficiali.
Gli Stati Uniti all'epoca avevano già una grande storia militare. E molti dei veterani della guerra del 1812-1815, della guerra Texas-Messico (1835-1836) e della guerra messicana (1846-1848) vivevano al Sud. I Sudisti avevano una migliore tradizione militare dei Nordisti. Ciò spiega perché durante tutta la prima metà del conflitto i Sudisti ebbero un netto vantaggio.
I Sudisti potevano contare in gran parte su equipaggiamento britannico, all'epoca considerato il migliore del mondo. Disponevano inoltre di una buona artiglieria francese: i cannoni di tipo napoleonico causarono gravi perdite alle truppe nordiste.
Gli Inglesi parteggiarono ufficiosamente per i Sudisti, anche se l'Inghilterra era antischiavista. Si dice che fosse per spirito di vendetta della guerra d'indipendenza e della guerra del 1812.
I Sudisti disponevano del Corpo dei Rangers, un'ottima cavalleria speciale nata durante la guerra d'indipendenza del Texas, e d'una fanteria assai tenace.
Quelli del nord erano invece differenti:
Il Nord, ben industrializzato, disponeva di numerose risorse industriali e di abili uomini d'affari. Era inoltre legato da numerosi contatti con alcuni paesi europei per via degli scambi commerciali. Gli ingegneri del Nord fecero un eccellente lavoro per quanto concerne lo sviluppo di un armamento efficace. Il Nord ebbe la possibilità d'avere i primi treni blindati e le mitragliatrici Gatling, di equipaggiare alcuni soldati con fucili a ripetizione Spencer ed Henry (antenato del famoso Winchester) e a retrocarica come lo Sharp, e così via.
In cifre brute il Nord disponeva di una riserva di uomini superiore al Sud, benché meno addestrati e competenti dei Sudisti. Il numero gli permise di tenere le truppe più a lungo in addestramento, cosa che il Sud non si poteva permettere, ed anche di recuperare il loro ritardo rispetto al Sud. Il Nord si
Entrambi avevano diverse strategie:
La disparità economica fra i due campi ebbe un'influenza decisiva sulla strategia. La sola mira degli Stati Confederati d'America non era quello di conquistare il Nord - cosa che era manifestamente al di sopra delle loro risorse - ma di battersi fino all'esaurimento del Nord, o fino a che un intervento europeo mettesse fine alla guerra.
Il presidente della Confederazione, Jefferson Davis, aveva la scelta fra una strategia tipicamente offensiva, volta ad ottenere qualche importante vittoria sul suolo nemico, ed una strategia tipicamente difensiva, volta a mantenere lo status quo. Questa seconda linea fu quella adottata, anche se non escluse puntate offensive verso Washington per umiliare il Nord e fiaccarne lo spirito combattivo. La strategia difensiva della Confederazione era più facile da perseguire rispetto a quella necessariamente offensiva dell'Unione: il Nord per vincere doveva occupare il Sud, al Sud per vincere bastava non perdere.
Davis doveva anche bilanciare due priorità strategiche contraddittorie: se il teatro orientale era d'una importanza evidente, in quanto dava immediato accesso ad alcune capitali nemiche, la cui eventuale conquista poteva avere delle ripercussioni enormi, anche il teatro occidentale, più vasto, era vitale per l'alimentazione delle forze e per le manovre fra i diversi fronti, dato che le principali strade ferrate della Confederazione attraversavano la regione di Chattanooga - Atlanta.
Davis e Stephens preferirono la difesa delle frontiere, convinti della possibilità di ottenere per le vie diplomatiche il diritto alla sopravvivenza della Confederazione: peccarono così di imprudenza e si fecero ingenuamente ingannare da Lincoln che, mentre promise la propria disponibilità a trattare, rinforzò il proprio strumento militare e predispose strategie di soffocamento della Confederazione.
In considerazione della migliore preparazione militare del Sud, della capacità indiscussa della maggior parte dei suoi Generali, dell'entusiasmo della popolazione, una strategia iniziale più spregiudicata e più offensiva avrebbe potuto garantire alla Confederazione alcuni eclatanti successi e quindi la possibilità di trattare un armistizio da posizioni di forza.
dirigenti dell'Unione compresero che non potevano sconfiggere il Sud, se non conquistandolo.
Alle prime operazioni della guerra il tenente generale Winfield Scott presentò il suo piano Anaconda, destinato ad asfissiare il Sud mediante un blocco navale (la quasi totalità dell'US Navy era rimasta nelle mani del governo federale alla dichiarazione di guerra) associato ad una puntata al di sotto del fiume Mississippi per dividere la Confederazione. Questo approccio, lento ma sicuro, non ottenne l'approvazione dei politici né quella del popolo, per i quali la parola d'ordine era: «A Richmond!».
A loro importava ben di più l'opinione di Lincoln, che faceva pressione sui suoi generali perché «distruggessero l'armata ribelle» in una sola battaglia decisiva. Il suo atteggiamento energico spinse i suoi subordinati ad imbarcarsi in progetti contro i quali nutrivano delle solide prevenzioni: distruggere un'armata nelle condizioni geo-strategiche dell'America settentrionale era meno facile di quanto Lincoln non volesse ammettere.
Il fatto che la strategia si limitasse ad un solo obiettivo non si spiegava soltanto con l'incompetenza iniziale degli ufficiali nordisti, sebbene essa caratterizzasse da tempo questa armata. Essa aveva promosso soldati regolari a gradi che non corrispondevano alle loro capacità reali, perché l'inflazione degli effettivi aveva provocato un'esplosione della domanda d'inquadramento di queste giovani reclute. Si erano voluti compiacere generali le cui pretese politiche oltrepassavano largamente le competenze militari. Gli uomini meritevoli ebbero bisogno di tempo per emergere dai ranghi, ma grazie alla flessibilità del sistema Nordista, Grant poté arrivare al grado di tenente generale in tre anni ed Emory Upton, (da menzionare, oltre che per la giovanissima età, per avere applicato per primo tattiche di sfondamento dei parapetti nemici che si vedranno nella prima guerra mondiale) a quello di generale di brigata all'età di 24 anni.
Ci volle del tempo al Nord per far sentire tutta la sua potenza, ed ai suoi capi per riconoscere che era a colpi di mazza e non di temperino che avrebbero battuto il Sud. Il Nord deve molto a Grant che prese il comando delle armate dell'Unione nel marzo 1864 ed annunciò immediatamente la sua intenzione di esercitare la massima pressione contro la Confederazione, utilizzando «tutte le truppe dell'Armata per farle convergere verso uno stesso punto».
Durante gli ultimi dodici mesi di guerra la strategia dell'Unione diede prova d'una grande modernità, soprattutto nel prendere coscienza che la forza di un belligerante deriva dalle sue risorse umane ed economiche.
Questa guerra fu una delle prime a mettere in opera in grande scala le risorse e i mezzi di trasporto dell'era industriale. Essa prefigurò le guerre del XX secolo con una mobilitazione nazionale che impoverì profondamente le risorse della società civile, tanto che le esigenze del conflitto, sia militari sia economiche, fiaccarono il Nord e prostrarono il Sud.
Nel Settembre del 1862 il presidente Lincoln annunciò che a partire dal 1° gennaio 1863 negli stati ancora coinvolti nella ribellione secessionista, gli schiavi sarebbero stati liberi per sempre.
Il proclama di emancipazione fu giustificato come misura utile a indebolire la capacità produttiva del nemico e anticipare così la fine della guerra, ma solo il 13° emendamento della costituzione, ratificato nel dicembre 1865, avrebbe indebolito la schiavitù in tutto il territorio degli Stati Uniti d’America.

ritrovò anche con un esercito professionale composto di volontari ben addestrati e ben equipaggiati.
La marina del Nord era stata originariamente concepita per tener testa al suo vecchio nemico, l'Inghilterra. Benché di taglia media all'inizio delle ostilità con solo 90 navi a vela e a vapore, essa si sviluppò rapidamente, a fine 1862 contava 386 natanti con 3.027 cannoni, e svolse le sue missioni di blocco e di sostegno alle forze terrestri in maniera soddisfacente. Durante questa guerra si videro i primi combattimenti fra corazzate e l'uso dei primi sottomarini (il confederato H.L. Hunley fu il primo ad entrare in azione) i quali, pur essendo estremamente pericolosi per i loro equipaggi, affondarono o danneggiarono 28 natanti federali.
Alle truppe sudiste mancarono spesso i rifornimenti (munizioni, cibo, tessuti per le uniformi, ecc.) a causa dei blocchi navali organizzati dagli unionisti. Ciò portò alla malnutrizione dei soldati, alla presenza di vestiario comune fra i soldati e troppo d'alta classe per gli ufficiali, e si arrivò addirittura ad utilizzare moschetti napoleonici per mancanza di munizioni.

L'arrivo dei neri in America


L’arrivo dei neri in america
Quando nel XVI secolo i bianchi iniziarono a colonizzare l’America ci fu bisogno di manodopera per lavori come coltivare piante tropicali oppure estrarre minerali, siccome gli Indios non reggevano il lavoro nei campi o la estrazione del metallo, nel 1502 Spagna e Portogallo si accordarono per cercarla in Africa.
Gli schiavi venivano trasportati prima via nave per raggiungere l’America e poi a piedi con addosso dei collari con delle catene che li tenevano tutti legati in fila indiana.
La mortalità era quindi altissima e molti si ammalavano per le condizioni igieniche, la cattiva alimentazione o il facile contagio e chi non resisteva alle lunghe camminate veniva abbandonato e lasciato morire.
Ciò per l’Africa fu una catastrofe perché i negrieri portarono via la gente forte e ciò bloccò lo sviluppo di questo continente con conseguenze visibili ancora oggi.
Si instaurò poi un sistema feudale in cui una classe ristretta di bianchi, i creoli, era entrata in possesso di diritti su terre e persone.
 

sabato 12 maggio 2012

Barack Obama Presidente degli USA




Obama:Io, Barack Hussein Obama, giuro solennemente che rispetterò con lealtà i miei doveri di Presidente degli USA e con il massimo dell’impegno preserverò, proteggerò e difenderò la costituzione degli USA.
Con l’aiuto di Dio.
Traduzione: Marco Balossini

Per la mia tesina ho deciso di iniziare da un evento quasi attuale: l’elezione di Barack Hussein Obama.
Con queste parole una tappa importantissima è stata raggiunta dai neri in America, è stato eletto il primo presidente nero, questo porterà al miglioramento della vita di milioni di persone in America.